P come Piega

Noi siamo come un foglio di carta e possiamo diventare quello che vogliamo essere: è stata questa consapevolezza a farmi capire che la strada che avevo scelto era solo un ripiego, quando in verità il mio progetto di vita era orientato altrove». Riflessione ed entusiasmo, coraggio e strategia, follia e manualità: sono le molteplici sfumature che disegnano la svolta di Alessandro Ripepi, messinese di 35 anni, che dopo una laurea a pieni voti in Giurisprudenza e 8 anni di lavoro come avvocato penalista, ha mollato tutto per dare un’altra piega alla sua quotidianità. Trasformando una passione in una innovativa e artigianale professione: il creatore di origami.
«Da bambino piegavo qualsiasi foglio, anche la carta per le caramelle. Quando mi hanno regalato il libro Origami Facile del maestro Kunihiko Kasahara ho finalmente ho scoperto questa arte che ignoravo totalmente. Tramite corsi, manuali, video su YouTube ho poi raffinato la tecnica, ottenendo ottimi risultati. Tali da poter tentare il grande salto verso il mercato». A Napoli nasce così «Origami Oh», laboratorio virtuale di origami da dove Alessandro sfrutta le sue conoscenze di marketing per vendere le sue opere e la sua abilità. Dal volantinaggio creativo, con le pubblicità piegate a forma di «gru» per rendere appetibile il materiale pubblicitario distribuito in strada, agli allestimenti per matrimoni e convention, passando per la decorazione di vetrine, gli spettacoli per bambini e la creazione di gioielli o regali per Natale.
E non solo, perché l’obiettivo del penalista pentito è ben più ambiziosa. «L’origami è uno strumento di formazione e cambiamento straordinario, economico e alla portata di tutti. I miei percorsi s’intitolano “Quale piega vuoi dare ai tuoi eventi?”, e accompagno le persone, di piega in piega, a porsi domande sulla propria vita e a meditare sui sogni, le relazioni e le possibilità di sentirsi realizzati. In un mondo ipertecnologizzato provate a fare un origami senza carta? E’ impossibile. E’ un arte essenziale, e che racchiude tutto: offro agli adulti la possibilità di risvegliare il bambino che c’è dentro di loro, ma che è stato sepolto vivo”. (Federico Taddia, La stampa 7/12)