Famigerate FF.SS. ovvero…

Una buona notizia che sa un po’ di “bicchiere mezzo pieno”… ma è vera. Ci saranno responsabilità specifiche, ma c’è anche una buona dose di buon senso e di lavoro di molti. Grazie…

Caro Direttore, a pochi mesi dalla frana di Andora, un’altra odissea ha colpito i viaggiatori che utilizzano i treni in quella sfortunata tratta. Dirà lei: dov’è la buona notizia? Un po’ di pazienza. Mi riferisco all’intercity n. 518 Roma-Ventimiglia, che nella notte di venerdì 9 maggio e l’alba del giorno seguente è giunto a destinazione con 4 ore e più di ritardo. Da quello che si è potuto capire, nella concitazione degli eventi, pare essersi trattato di un guasto elettrico sulla linea ferroviaria in questione.
Fatto sta che, giunti alla stazione di Albenga, i passeggeri sono stati fatti scendere e stanziati al binario 1, in attesa di un altro intercity straordinario trainato da una locomotrice a motore diesel.
Il nuovo treno, a velocità ridotta (lumaca), ha portato a termine il viaggio, soffermandosi anche in stazioni non previste, come Imperia Oneglia e Taggia Arma, per permettere di salire anche ai passeggeri degli altri treni regionali e non, a loro volta bloccati dal guasto citato.
Nel frattempo, ad Andora, i tecnici Fs avevano provveduto a rimettere una locomotrice elettrica.
Ed ecco la buona notizia: concludo questa breve ricostruzione con un messaggio positivo: nonostante il forte disagio i numerosi passeggeri hanno mantenuto la calma, solidarizzando con l’incolpevole personale Fs di bordo. E nonostante le gravi ed evidenti lacune dei nostri treni, i viaggiatori hanno raggiunto le loro rispettive destinazioni grazie anche ai tecnici delle Fs che nella notte hanno effettuato cambi di motrici e sostituzione di interi treni. Stefano Masino, Asti. La Stampa 20/5).

5 ore a piedi nella bufera di neve per salvare la vita di un paziente

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Ha camminato per quasi 10 chilometri sotto una tormenta di neve e nel gelo, rischiando di morire assiderato. Ha messo in pericolo la sua vita per salvare quella di un’altra persona che doveva essere immediatamente operata.
La storia del dottor Zenko Hrynkiw fa il giro delle tv e dei siti web e commuove l’America. Il medico è stato chiamato per compiere un intervento chirurgico delicatissimo e d’urgenza, al cervello: questione di vita o di morte. Ma Hrynkiw si trovava al Brookwood Medical Center di Birmingham, in Alabama, e il paziente era in un altro ospedale, il Trinity Medical Center. Le due cliniche si trovano a soli 10 chilometri l’una dall’altra, ma a causa della bufera di neve che ha colpito il sud degli Stati Uniti, paralizzando le strade e bloccando migliaia di automobilisti per ore, la distanza è divenuta insormontabile.
Il medico ha provato a prendere l’auto, ma si è accorto ben presto che muoversi era impossibile. Ha quindi chiesto aiuto alle autorità locali: tutto inutile. Non si è però perso d’animo. Hrynkiw è l’unico neurochirurgo dell’ospedale, e quando ha saputo che se non operato subito il paziente aveva il 90% di possibilità di morire, non ci ha pensato un istante. Pur di salvagli la vita ha deciso di avventurarsi a piedi sotto la bufera, mettendo in pericolo la sua stessa incolumità. Secondo quanto riportato dai media statunitensi, ha impiegato ben cinque ore per raggiungere la meta. Dopo l’intervento, il paziente ora si trova in condizioni stabili.
«Se avessimo aspettato sarebbe morto – ha spiegato il dottore – Così ho pensato che questo non poteva succedere per colpa mia». «Questa storia racconta la dedizione di un uomo», ha affermato Steve Davis, caposala del reparto di terapia intensiva presso il Trinity Medical Center. «Poco prima che iniziasse a operare, tutto ciò che sono riuscito a dirgli è stato: “Tu sei un uomo buono”». Ma Hrynkiw non si sente un uomo speciale: «Non ho fatto nulla di eccezionale – ha detto – solo il mio lavoro». Ma per i milioni di americani che hanno ascoltato la sua storia in Tv è già un eroe. (da Il Mattino)